Tutto iniziò oltre 10 anni fa con la volontà di realizzare un importante polo di sviluppo strategico e colmare una lacuna di strutture sportive avvertita da decenni.

Prima il concorso d’architettura vinto nel 2012 dal progetto “Sigillo”, degli architetti Giraudi, Radczuweit, Cruz e Ortiz, ottimamente inserito nel territorio.

Poi nel 2017 il Consiglio comunale ha approvato un credito di 3.5 milioni per la progettazione di massima del PSE e del Maglio. Nel 2020 il Municipio ha aggiudicato il concorso per investitori al Gruppo HRS Real Estate SA. Infine pochi mesi fa il legislativo comunale ha plebiscitato la richiesta di un credito complessivo di 14 milioni per la progettazione definitiva del PSE, del Maglio e di Cornaredo sud (pista d’atletica).

In tutto 17.5 milioni di franchi dei contribuenti spesi per il PSE. Ora manca solo l’ultimo tassello: l’accettazione dell’accordo di partenariato pubblico-privato e del credito di costruzione per il Centro sportivo al Maglio. Dopo questa tappa si avvieranno i cantieri.

Potrà così finalmente realizzarsi quello che le associazioni sportive della regione hanno definito il loro sogno. Un sogno tanto atteso da decenni e un’opera che darà lustro a tutta la città.

Ora, sul più bello e vicino alla meta, i contrari si stanno scatenando per far naufragare un progetto nato da lontano. La pietra d’inciampo non sono ovviamente le strutture sportive, la cui utilità neppure un folle contesterebbe, ma ciò che le contorna, le torri e l’insediamento dell’amministrazione comunale. Quanto ha fatto il Municipio (il Consiglio comunale non viene mai citato) è tutto sbagliato, un grave errore politico, sintomo di leggerezza e superficialità. Certe critiche fanno specie da chi si erge a conoscitore dei migliori percorsi politici da effettuare per non incorrere in supposti passi falsi, di fatto esistenti solo per chi li proclama o crea ad arte. Passato l’effetto dei fumogeni occorre tornare alla sostanza. La realtà è molto più cruda di quanto qualcuno vorrebbe far credere.

A. Il progetto vincitore non può essere modificato a piacimento o suddiviso a tappe, deve essere realizzato così come proposto.
B. Il partenariato pubblico-privato è l’unica strada che la città può seguire a motivo dell’eccessivo stato di indebitamente finanziario in cui si trova.
C. Da sola, con le proprie forze, Lugano non sarebbe in grado di realizzare uno stadio e un palazzetto dello sport.
D. Questo progetto è un tutt’uno inscindibile che verrà compiuto in tappe temporali differenti.

Per questi motivi o si accetta l’accordo di partenariato o lo si respinge con la conseguenza di bloccare subito la realizzazione delle opere sportive. A parole sono tutti favorevoli, nei fatti lo si è solo se si vota l’accordo con le torri e la parte privata. Nel sciagurato caso ciò non avvenga, dobbiamo essere consapevoli di questo.

1. Il Football Club Lugano perderà la licenza di giocare in Super League e verrà subito relegato nelle categorie inferiori, con la sua morte finanziaria.
2. Ci vorranno altri 20 anni per realizzare uno stadio o un palazzetto dello sport.
3. Senza strutture adeguate la situazione delle associazioni sportive peggiorerà e non potranno svilupparsi.
4. I movimenti giovanili verranno fortemente penalizzati, senza poter esprimere l’eccellenza dei propri talenti.
5. Lugano non potrà mai ospitare manifestazioni sportive di richiamo e campionati nazionali ed internazionali.
6. Il turismo sportivo sparirà completamente, con pesanti conseguenze sul tessuto socio-economico (alberghi, esercizi pubblici, commerci).
7. Perderemo preziosi posti di lavoro nei settori che lavorano a contatto con lo sport e con i relativi servizi di supporto.
8. Ci priveremo dell’indotto che il PSE porterà al tessuto economico: oltre 250 milioni alle ditte locali con 400 persone impiegate.

Un quadro purtroppo tragico e senza vie d’uscita. Diventeremo ancor più il fanalino di coda sportivo di tutta la Svizzera.

Il Municipio ha la coscienza tranquilla e sa di avere dato il meglio per la collettività e il futuro della nostra realtà sportiva e sociale. Chi vuole il fallimento del progetto si assuma le sue responsabilità, mettendoci la faccia e rispondendo personalmente verso i cittadini.

Roberto Badaracco
Municipale di Lugano
Capo Dicastero Cultura, Sport ed Eventi

Articolo pubblicato sul Corriere del Ticino, 11.02.2021

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